
Helldivers 2 è uno sparatutto cooperativo che riprende la formula dell’originale, ma applica un grosso cambiamento: anziché sposare la visuale a volo d’uccello del predecessore, sceglie quella in terza persona. Questo comporta ovviamente una drastica modifica alla produzione non solo per come appare, ma anche per come si gioca.
Rimane però un titolo molto a fuoco, nel senso che è confezionato con una maestria tale per cui certi elementi sono delle firme che non troverete altrove, sebbene possa trarre in inganno e sembrare solo il classico sparatutto.
Prima di tutto, l’azione è strategica e non si spara tanto per sparare. La collaborazione tra i giocatori non la si effettua solo per uccidere i nemici più velocemente, o per rialzarsi a vicenda quando si va a tappeto, perché bisogna prestare attenzione al fuoco amico, che intacca ogni aspetto. Gli spari danneggiano gli alleati, così come le abilità attive, i cosiddetti stratagemmi, la meccanica principale della ormai serie.
I giocatori possono attingere da un nutrito bacino di stratagemmi e attivarli in battaglia con una combinazione di tasti, come se digitassero i comandi su una console: questi pioveranno dal cielo per dare man forte in battaglia, ma, nel caso in cui ci si ritrovi sotto di loro, si verrà ridotti in mille pezzi. La stessa cosa vale quando si decide di piazzare una torretta, perché l’area di fuoco colpirà tanto i nemici, quanto gli alleati, senza sconti.
Per farla breve, Helldivers 2 non è un gioco che si gioca tanto per fare due spari, perché le proprie azioni hanno delle conseguenze tangibili sul resto della squadra. Sia chiaro, il livello di difficoltà è personalizzabile, quindi volendo potrete avventurarvi in un clima ben più rilassato prima di scendere in campo sul serio, ma la formula splende quando la sfida si fa più dura, e quando si gioca in gruppo. Anche perché le risorse sono limitate, dunque bisogna utilizzarle con parsimonia e chiedere il supporto agli stratagemmi nei momenti giusti.
Ora, non voglio spaventarvi: del resto, Helldivers 2 è un prodotto molto “pulito”. La struttura si legge con facilità, a parte un iniziale periodo di smarrimento, che arriva poco dopo uno splendido tutorial, almeno in termini di comicità. Il gioco, che è un grande omaggio alla pellicola Starship Troopers, in realtà non ha una trama e presenta solo missioni su missioni, ognuna delle quali può essere affrontata sia in solitaria, sia con un gruppo di massimo quattro giocatori. Il menù di scelta della missione può in effetti confondere, ma in sostanza si tratta di seguire le indicazioni del gioco per poter progredire e sbloccare quelle successive.
Una volta scelta la missione che si desidera affrontare, si viene catapultati sul relativo pianeta e non dovrete fare altro che raggiungere i vari punti segnati per la mappa e completare gli obiettivi entro il tempo limite. Vi viene comunque offerta la possibilità di compiere attività collaterali per raccogliere reagenti e punti esperienza extra, così da potenziare il vostro beniamino, o per semplificarvi la vita nella missione attualmente in atto.
In sostanza non si fa altro che uccidere nemici, recuperare reagenti, attivare terminali e poi effettuare l’estrazione, chiamando l’astronave e salendo a bordo, possibilmente con tutti i membri sopravvissuti e con più vite possibili, così da guadagnare risorse aggiuntive. Dopodiché, il tutto si ripete, ancora e ancora: il che potrebbe far pensare ad un’esperienza ripetitiva, ed in effetti lo è, ma Helldivers 2 propone una giocabilità molto forte, che funziona dannatamente bene.
Anzitutto le armi godono di un’ottima balistica, oltre che di una buona varietà tra fucili, mitragliatori, pistole, granate e bocche da fuoco originali, come il mio preferito, il “fulminatore”. È davvero un piacere da giocare, dal supporto al DualSense, ai caricamenti brevissimi, sino alle interazioni dei vari soldati, che parlano tra di loro in base a ciò che accade su schermo per migliorare l’atmosfera e anche per semplificare la comunicazione quando non si utilizza la chat vocale. Bella anche l’opzione di mira in prima persona, oltre che in terza, a vostra completa discrezione. Tutti questi elementi si intersecano tra loro e, con l’uso iconico degli strategemmi che piombano dal cielo, si ha la sensazione di vivere una guerra vera e propria, che vi mette sempre al centro dell’azione.
Poi ci si mettono i nemici a dare spessore alla formula, i Terminidi e gli Automaton, i quali offrono un’azione completamente diversa: i primi, veri e propri insetti alieni, arrivano in massa e sono carne da macello, fuoriescono dai crateri che vanno chiusi con una granata, e i secondi, degli animatroni aggressivi in stile Terminator, si comportano come soldati che non hanno paura di nulla, e offrono un approccio molto diverso. Insieme mantengono la baracca della varietà di un titolo che è caratterizzato da una crescita costante nel tempo, e che dunque esprimerà le sue potenzialità solo nei prossimi mesi.
La struttura “live service” la si evince dal fatto che ogni giocatore contribuisce alla liberazione della Super Terra, partecipando all’aumento di un contatore che andrà poi a ricompensare tutti in base ai loro sforzi, sbloccando ulteriori missioni man mano che ci si spinge oltre nell’esplorazione spaziale. E qui emerge il “grattacapo” di Helldivers 2: al momento, se paragonato all’originale, l’offerta deve ancora palesarsi sul serio e l’assortimento dei compiti inizia a mostrare il fianco dopo sei, al massimo sette ore di gioco.
La progressione non è avara di potenziamenti e personalizzazioni, ma si vede che il prodotto è ancora agli inizi: fa storcere il naso anche la presenza di un pass a pagamento, ma è anche vero che il gioco viene venduto ad un prezzo budget di 39,99€ (eppure, a dirla tutta, sarebbe stato strano il contrario, data l’assenza di una campagna e l’importanza del fare party).
Altro punto debole è la struttura dell’infrastruttura online, che, a onor del vero, sta via via migliorando rispetto al lancio, ma anche nell’ultima manciata di partite fatte prima di scrivere questa recensione, ho subito due chiusure della sessione di gioco che mi hanno fatto perdere tutti i progressi di un paio di missioni importanti, cosa che non dovrebbe mai accadere in un prodotto online. Peccato, perché il matchmaking è in gran forma, e meno male: purtroppo manca l’opzione del multigiocatore in locale a schermo condiviso, grande plus del predecessore.
Piccola parentesi di chiusura sul comparto audiovisivo: se da una parte abbiamo delle belle tracce musicali anche orchestrali, dall’altra c’è una grafica poco più che funzionale al prodotto. Fanno capolino dei buoni effetti particellari, in grado da soli di migliorare l’atmosfera generale di una mole poligonale gradevole, ma non di certo stupefacente.
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