Recensione Sony WF-C510: tanta qualità audio e zero fronzoli

Nella confezione di vendita, realizzata interamente in cartone ed eco-friendly come ormai tutti i prodotti Sony, troviamo gli auricolari, due paia di gommini aggiuntivi e un corto cavetto USB/USB-C.

I Sony WF-C510 sono davvero molto comodi da indossare: piccoli e compatti, si infilano nelle orecchie con grande agio. Inoltre, grazie alla forma affusolata che consente di spingerli ben dentro il condotto uditivo, anche l’isolamento passivo è molto buono. Per lo stesso motivo, sono anche molto stabili una volta infilati: ho fatto una corsetta e giocato col mio cane senza rischiare di perderli. C’è un minimo di resistena ai liquidi (certificazione IPX4) che vi permette di non preoccuparvi troppo di pioggia leggera e sudore, ma meglio cercare di non bagnarli troppo.

Anche la qualità costruttiva è sufficiente: non ci sono materiali pregiati o finiture particolari, ma sia gli auricolari che il case di ricarica sembrano discretamente solidi (per quanta solidità ci si può aspettare da un paio di cuffiette da cinquanta euro). 

Il case di ricarica è piuttosto piccola e compatta, con una forma oblunga: questo fa sì che la custodia si riesca a infilare facilmente nelle tasche, ma fornisce una sola ricarica completa agli auricolari.

Tornando agli auricolari, in termini di funzioni il grande salto rispetto la generazione precedente (C500) è l’aggiunta della modalità Trasparenza (Suono ambientale) di cui francamente si sentiva il bisogno, anche considerando l’ottimo isolamento passivo di questa famiglia di cuffiette. Inoltre, c’è anche Spotify Tap, che permette di avviare la riproduzione musicale su Spotify con un clic.

La qualità audio è davvero eccellente per la fascia di prezzo: Sony non manca l’obiettivo fondamentale e migliora ancora il suono rispetto ai precedenti C500, che erano già uno dei migliori prodotti economici per qualità sonora.

I Sony WF-C510 offrono infatti un’ottima esperienza d’ascolto, un suono ricchissimo di dettagli e con anche un soundstage decente. Ho apprezzato l’ottima separazione degli strumenti e la resa delle frequenze medie, molto curata. Normalmente chi produce auricolari economici punta tutto sui bassi, perché è relativamente “facile” colpire l’ascoltatore con bassi corposi: Sony invece ha ottimizzato l’esperienza d’ascolto su tutte le frequenze, con una buona resa su tutto lo spettro.

E se non il profilo sonoro di default non dovesse piacere, c’è anche un ottimo equalizzatore incluso nell’app Sony Headphone, disponibile per Android e iOS. Da qui è possibile scegliere uno dei preset, personalizzare manualmente le varie frequenze con un equalizzatore a 5 bande e anche agire sull’opzione Clear Bass, che va a spingere sulle basse frequenze.

Dall’app è anche possibile scegliere se dare priorità alla stabilità della connessione o alla qualità del suono (consiglio la seconda opzione, salvo problemi di stabilità nel Bluetooth, che personalmente non ho mai riscontrato) e abilitare o meno la tecnologia Sony DSEE, che utilizza degli algoritmi proprietari di Sony migliorare la qualità dei brani, compensando le fisiologiche perdite di informazioni della musica lossy.

Dulcis in fundo, c’è anche la funzione Trova il tuo equalizzatore, che permette di ottimizzare l’esperienza creando un profilo personalizzato: ascoltando la musica, l’app ci guida in vari step in cui ogni volta bisogna scegliere il profilo che ci suona meglio tra quelli proposti. 

Non manca il supporto a 360 Reality Audio, ossia l’audio surround di Sony, che può essere gestito e personalizzato dall’app (inclusa scansione dell’orecchio per analizzarne la forma). Peccato solo che 360 RA è supportato solo da un manipolo di app (360 by Deezer, Artist Connection, nugs.net e TIDAL).

I controlli sono personalizzabili, ma solo scegliendo tra i preset proposti da Sony. In altre parole, non è possibile scegliere il comportamento delle singole azioni, ma solo un “set” di configurazione per ogni auricolare. È una cosa che non apprezzo e mi sembra sempre inutilmente limitante, ma quanto meno i controlli sono ben pensati e funzionano così:

Auricolare SX:

Clic: Attiva/Disattiva Suono Ambientale
Doppio clic: Spotify Tap (opzionale)
Premi ripetutamente: abbassa il volume

Auricolare DX:

Clic: play/pausa
Doppio clic: traccia successiva
Triplo clic: traccia precedente
Clic prolungato: assistente vocale
Premi ripetutamente: alza il volume

I comandi rispondono perfettamente: i tasti fisici si cliccano bene e con una pressione davvero minima, che non spinge troppo l’auricolare verso l’orecchio. Dovrete però stare attenti a non cliccarli per sbaglio, ad esempio poggiando la testa su un cuscino.

Microfoni accettabili, ma solo all’interno: un po’ un peccato, forse la cosa che mi dispiace di più. Sono sufficienti per fare telefonate in casa o in ambienti silenziosi, ma all’esterno e con un po’ di rumore di fondo sono purtroppo inutilizzabili. Un esempio lampante dalla registrazione qui sotto: finché c’è silenzio la qualità è ok, ma quando mi passa vicino il furgoncino non si sente più nulla.

L’autonomia è croce e delizia. Ottima quella degli auricolari, che riproducono musica fino a 11 ore con una singola carica, ma meno convincente quella del case, che ricarica le cuffiette solo una volta. L’autonomia complessiva è quindi di circa 22 ore, un po’ sottotono rispetto la concorrenza.

Molto invitante il prezzo di 59€, concorrenziale sin dal primo momento. A differenza dei precedenti WF-C500 (debuttati a 99€, ma con prezzo quasi dimezzato dopo qualche settimana), stavolta Sony evita il giochetto del costo di lancio alto che si riduce dopo qualche settimana e sceglie un approccio più onesto e diretto, puntando subito a un prezzo accessibile. Disponibili in 4 colorazioni diverse, i modelli più tradizionali (bianco e nero) costano leggermente meno, 55€: un affare per chi cerca auricolari semplici e concreti che suonano molto bene.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Sony, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

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