Recensione Oura Ring 3: l’anello smart da battere

Il viaggio con Oura Ring inizia ancora prima di ricevere il prodotto. Si potrà infatti ricevere gratuitamente prima del prodotto stesso un kit di misurazione con 9 anelli di 9 dimensioni diverse in plastica. Non sono ovviamente il prodotto finale, ma potrete indossarli per qualche giorno per scegliere il prodotto giusto per voi. Il dito indicato è l’indice (scusate la ripetizione), ma sono accettati anche il medio e l’anulare. La versione Heritage da noi provata è quella non perfettamente circolare ma con un “taglio” piatto sulla parte che dovrà stare verso l’alto. C’è poi una versione Horizon completamente circolare leggermente più cara (e disponibile anche in materiali più pregiati).

Oura Ring è leggerissimo e, in base al materiale scelto per il rivestimento, può pesare fra i 4 e i 6 grammi. Il prodotto è realizzato in titanio. Con l’utilizzo quotidiano l’anello tende a raccogliere un po’ di segni e dopo un mese si vede chiaramente che è un prodotto utilizzato ogni giorno. Almeno nella nostra variante “più economica”.

All’interno dell’anello il rivestimento plastico è trasparente e lascia intravedere tutti i componenti interni. Una bella trovata per “dimostrare” la miniaturizzazione della tecnologia e per anche far stupire i vostri amici. I sensori sono poi inseriti in delle piccole capsule sporgenti. Un’ottima soluzione per far sì che questi siano sempre perfettamente aderenti con la pelle. I sensori ovviamente si illuminano, ma rispetto al Gloring che avevamo provato non danno fastidio durante la notte.

La base di ricarica circolare ha una protuberanza su cui incastrare l’anello e ricaricarlo wireless. La base ha una porta USB-C e in confezione viene fornito un lungo cavo USB-C, ma non l’alimentatore. La confezione è gradevole, ma forse poteva essere ancora più curata visto il costo.

Oura Ring all’interno ha tutti i sensori per registrare il movimento, il battito cardiaco, l’ossigenazione del sangue e la temperatura. Da queste metriche può anche calcolare informazioni come il battito a riposo, la variabilità del battito cardiaco, la frequenza respiratoria, lo stress e le calorie bruciate. Ovviamente l’anello non ha nessun modo per mostrare o trasmettere informazioni ed è quindi solo un “collettore” di dati che vengono poi mostrate nell’app.

L’app Oura è indubbiamente la chiave di lettura di questo dispositivo. È in assoluto la migliore app di salute che abbiamo mai avuto modo di vedere. I dati sono mostrati in modo chiaro e semplice in una home page che vi da subito le informazioni fondamentali sulla prontezza, sonno e resilienza. È qui che vi verranno mostrate poi eventuali sessioni di attività fisica registrate in automatico. Premendo sul simbolo + potrete in alternativa avviare manualmente una sessione di attività fisica (andando così a registrare il battito in modo continuativo), oppure aggiungere un allenamento manualmente o iniziare una sessione guidata.

Sempre nella home scorrendo verso il basso troviamo dei chiarissimi grafici che mostrano l’ora in cui siete andati a dormire negli ultimi 7 giorni, così come il sonno totali e la prontezza nello stesso lasso di tempo. Toccando su questi grafici si viene catapultati nel dettaglio, dove potrete anche analizzarli per settimana, mese o anno e soprattutto taggare le giornate con eventuali dati. Questa è l’unica operazione manuale che viene richiesta se vogliamo ottenere il massimo dalla nostra app, ma non è ovviamente obbligatorio. Oura fornisce una lunghissima lista di tag fra cui scegliere. Sono tutti eventi eccezionali (fuso orario, caffè, ansia, mangiato tardi, assunzione di farmaci, ecc…) che possono aiutare l’app a tracciare uno schema fra il vostro stile di vita e il vostro benessere.

C’è poi ovviamente l’obiettivo di attività che viene calcolato diversamente ogni giorno in base all’attività dei giorni precedenti, al sonno e alla prontezza. In questo modo vi verrà chiesto di fare un po’ di più nei giorni migliori e di prendervi un po’ di tempo per voi quando siete più stanchi. C’è anche una modalità manuale chiamata “riposo” che vi permette di “staccare” in sostanza abbassando drasticamente gli obiettivi della giornata. Altri grafici che vengono mostrati sono quelli dello stress diurno e della frequenza cardiaca. Questi grafici permettono anche di apprezzare ancora meglio le potenzialità dell’anello, mostrandovi come un dispositivo così piccolo possa fare registrazioni molto precise e al tempo stesso correggere con una sorta di “intelligenti” rilevazioni spot che non coincidono con l’atteso.

Nei tab specifici per prontezza, sonno, attività e resilienza ci sono poi tantissime altre voci che servono a capire come è stato composto il punteggio giornaliero. Con un tap su ogni voce vi verrà spiegato il senso di ogni voce e ovviamente ci sono grafici giornalieri per ogni valore che viene registrato con continuità (come il battito e la variabilità del battito cardiaco). Interessante il grafico della resilienza che compare solo dopo 2 settimane di utilizzo e che vi mostra la vostra capacità di recuperare velocemente dallo stress. I dati sono quindi tanti, ben presentati e ben spiegati. Le metriche che contano poi sono quelle del benessere più che il numero “grezzo” di passi o calorie bruciate, che aiutano comunque nel totale a comporre i vari punteggi. Ci è sembrata una delle migliori soluzioni in circolazione.

Ma questi dati sono anche precisi? Non tutto è perfetto, ma possiamo dire senza paura di essere smentiti che i dati sono molto più precisi di tanti smartwatch su vari aspetti. E ammettiamo che questa cosa ci ha stupito. Non abbiamo riscontrato la precisione attesa durante l’attività fisica, forse la precisione secondo per secondo è più bassa e non rende questo prodotto (almeno per ora) quello giusto per tracciare attività fisica, almeno non a livello intenso e continuativo. Molto bene invece per tutte la altre metriche citate fin’ora. La precisione di Oura Ring di registrare eventi “inattesi” come una passeggiata o un pisolino e di non segnalare come tali operazioni simili ma diverse (per esempio stare a lungo fermi sul divano) ci ha sorpreso in positivo. Nessun dispositivo era mai stato così preciso in tal senso.

In più questo Oura Ring è il primo dispositivo che strizza l’occhio alla salute ad averci proattivamente avvisato che non stavamo bene. È successo durante la fiera del MWC a cui ho partecipato. Sono infatti davvero stato male per una mezza giornata e questo dispositivo è l’unico che l’ha “capito” mostrandomi da subito indicazioni del malessere, che per fortuna è stato molto limitato nel tempo. Abbiamo testimonianze di prima mano però di chi è stato avvisato in anticipo di un malessere in arrivo, ancora prima che la persona stessa se ne fosse resa conto.

L’autonomia di Oura Ring è poi buona, con risultati che si attestano fra i 4-5 giorni con una singola carica che impiega circa 60 minuti. Considerando il peso e il formato è facile pensare che per tanti questo diventerà un vero compagno inseparabile, cosa che magari non può essere lo smartwatch per tutti.

Oura Ring ha un prezzo di 329€ per il modello da noi testato, con cifre però salgono per le varie varianti e i vari materiali arrivando fino a 599€. La recensione potrebbe concludersi con solo una lunga lista di applausi per Oura. Ma c’è un elefante nella stanza. L’abbonamento. L’azienda ha introdotto infatti un abbonamento da 6€ al mese, praticamente indispensabile per avere tutti i dati di cui vi abbiamo parlato, che vengono altrimenti si raccolti, ma poi semplicemente mostrato con due punteggi e nient’altro.  Di fatto l’abbonamento è obbligatorio se pensate di comprare Oura.

È un tipo di business che sta prendendo sempre più piede (basta vedere l’abbonamento Fitbit) e che nello specifico Oura può probabilmente permettersi perché a nostro parere al momento è leader indiscusso. Il prezzo del dispositivo è però comunque non trascurabile e l’abbonamento aggiunge altri 72€ all’anno di spesa. Oppure 0,20€ al giorno per i più ottimisti. Se quello che avete letto vi è piaciuto l’abbonamento sarà sicuramente un “piacere” da pagare, ma per molti è sicuramente un ostacolo insormontabile. Vedremo se con l’arrivo di tutti gli altri player (come Samsung e Honor) questo formato verrà importato anche dagli altri o se oppure all’opposto Oura dovrà piegarsi e abbassare il costo.

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