La mannaia di Google contro spam e contenuti generati dall’IA (ma non solo): ecco come saranno filtrati dalla ricerca

La ricerca sul Web ha un problema: sempre più risultati con contenuti di scarsa qualità o spam appaiono ai primi posti, sfruttando dei trucchi per ingannare i sistemi di ranking di Google, ma da oggi la GrandeG ci darà un taglio (sapete come si segnala un sito sui motori di ricerca per aumentare il traffico?). 

Con un aggiornamento pubblicato proprio ieri sulle pagine di The Keyword, la casa di Mountain View ha infatti annunciato delle modifiche ai suoi sistemi di classificazione nella ricerca in modo da far risaltare i contenuti migliori e più utili.

Come? Con due strumenti, uno che riguarda appunto miglioramenti agli algoritmi dei sistemi di classificazione, in modo da far emergere le informazioni più utili sul web e al contempo ridurre i contenuti non originali nei risultati di ricerca, e un altro relativo alle politiche sullo spam, modificate per mantenere i contenuti di più bassa qualità fuori dalla ricerca.

Vediamoli nel dettaglio.

Gli algoritmi di Google funzionano per far emergere i contenuti che reputa più utili o comunque di maggiore qualità per una ricerca, ma ci sono diversi modi per cavalcare questo sistema e scalare il ranking della ricerca.

Inserire termini SEO è sicuramente un metodo, ma con l’avvento degli strumenti di intelligenza artificiale generativa sono sempre più le pagine fatte in modo da “piacere” al motore di ricerca, ma che contengono solo un riassunto di altri contenuti, con il risultato di essere eccessivamente lunghe, prolisse e potrebbero effettivamente non trasmettere nulla.

Quello che vuole fare Google è quindi dare maggiore rilevanza ai siti con contenuti originali svantaggiando pagine web inutili, che “hanno una scarsa esperienza utente o si sentono come se fossero state create per i motori di ricerca invece che per le persone“, o “siti creati principalmente per corrispondere a query di ricerca molto specifiche“.

Dal 2022 la casa di Mountain View sta lavorando a questo problema, come avevamo rilevato a suo tempo, ma adesso con i nuovi aggiornamenti afferma di essere stata in grado di ridurre i contenuti inutili fino al 40%

L’altra questione riguarda la lotta ai contenuti spam che arrivano in cima alle ricerche: vediamo cosa sta facendo Google per combatterli.

Lotta allo spam quindi, ma cosa significa esattamente “spam”? La GrandeG fornisce tre esempi di quello che considera tale e intende declassare nella ricerca.

Il primo tipo di spam riguarda i contenuti “su larga scala, ovvero siti che generano migliaia di articoli di bassa qualità al giorno, e se una volta l’intento era combattere semplicemente quelli creati automaticamente, ora Google si concentrerà solo sui contenuti in sé, indipendentemente che siano creati da umani, algoritmi o una combinazione dei due. Questa modifica entra in vigore da subito.

Il secondo tipo di spam è quello definito come “abuso di reputazione del sito“, ovvero quando un sito web noto e rispettabile affitta parte delle sue pagine per ospitare spam, come notizie in fondo agli articoli. 

Questi contenuti si classificano in alto nella ricerca e possono “confondere o fuorviare i visitatori che potrebbero avere aspettative molto diverse per il contenuto di un determinato sito web“, afferma Google. Per questo motivo, questi contenuti verranno considerati spam per scopi di classificazione, e Google applicherà questa politica tra due mesi, il 5 maggio, per dare ai proprietari del sito il tempo di apportare le modifiche necessarie.

Il terzo tipo di spam è definito “abuso di un dominio scaduto“, e avviene quando qualcuno acquista un dominio abbandonato ma molto noto e valutato positivamente da Google, e lo riempie di contenuti scadenti. Un esempio è il sito The Hairpin, un sito abbandonato nel 2018 e ora riempito di contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Anche in questo caso, la modifica entra in vigore immediatamente. 

Come possiamo immaginare, questa lotta agli spam sarà sempre un passo indietro rispetto ai metodi ideati per evitarla, soprattutto ora che si può avvantaggiare dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale, ma è comunque una buona notizia sapere che l’azienda intende rendere le nostre ricerche sempre più utili.

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